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ITTIOTOSSICI: I COSMETICI NEMICI DEL MARE

ITTIOTOSSICI: I COSMETICI NEMICI DEL MARE

01.02.2023.

È ormai risaputo che la Regolamentazione Cosmetica Europea è una tra le più stringenti e complete per quanto riguarda l’utilizzo sull’uomo. Quando si formula un nuovo cosmetico, infatti, questo è sottoposto a numerosi test di sicurezza ed efficacia.

Tuttavia, c’è una mancanza davvero grande verso l’ambiente in questo sistema: i prodotti cosmetici, al contrario dei detersivi, NON sono sottoposti a test di biodegradabilità, bioaccumulo e ittiotossicità.

Ovviamente si cerca di minimizzare l’impatto ambientale durante i processi di produzione e si scelgono packaging ecosostenibili, ma ciò non è abbastanza poiché alcune classi di ingredienti cosmetici risultano essere tossiche per l’ambiente, in particolare per l’ecosistema marino.

 

COSA SI INTENDE PER ITTIOTOSSICITA’?

“L’ittiotossicità è la capacità di una sostanza di indurre dei danni all’ecosistema marino, di essere tossico per le specie che vivono nei mari.”

 

QUALI SONO GLI INGREDIENTI COSMETICI ITTIOTOSSICI?

– EDTA

L’EDTA un chelante (o sequestrante), ovvero un agente stabilizzante ampiamente usato nei prodotti cosmetici.

Questo ingrediente viene eliminato con difficoltà dalle installazioni di depurazione delle acque reflue, quindi può quindi ritrovarsi nell’ambiente. La sua capacità di captare gli ioni metallici lo rende ancora più un ingrediente con un impatto sull’ecosistema acquatico, poiché “mobilizza i metalli pesanti dai fondali marini”, cioè li porta in soluzione risultando tossico per gli organismi acquatici. Per dare un’idea di quanto l’EDTA sia dannoso per i pesci: aggiungendo in una vasca per pesci una dose di 0,4 milligrammi di EDTA per litro di acqua, durante un esperimento durato 24 ore, tutti i pesci muoiono.

Inoltre, l’EDTA risulta essere anche difficilmente biodegradabile.

 

Una buona alternativa all’EDTA risulta essere il GLDA, anch’esso un sequestrante ma risulta essere 22,7 volte meno impattante dell’EDTA ed il suo costo non è maggiore di esso.

 

– I FILTRI UV

Se da una parte i prodotti solari sono tra i più necessari (tant’è che nella legislazione cosmetica Americana sono considerati farmaci da banco), dall’altra parte questi potrebbero recare danni all’ecosistema marino, i filtri UV che questi contengono infatti, sono tra le prime sostanze ad avere un impatto diretto sulle specie marine.

Ad esempio, recenti studi hanno dimostrato che alti livelli di filtri UV nel plasma della tartaruga marina caretta caretta hanno aumentato lo stress ossidativo.

Alcuni provvedimenti sono già stati presi: caso unico, poiché il primo mondiale, è quello di due filtri solari banditi dai mari Hawaiani: il Benzophenone-3 e l’Ethylhexyl Methoxycinnammate. Questi due filtri hanno mostrato un’attività di danneggiamento della barriera corallina, infatti dal 2021 il loro utilizzo è vietato.

 

Per far fronte al problema dei filtri, oggi la maggior parte dei solari è water resistant, ovvero resistente all’acqua per proteggere al meglio la pelle dai raggi uv, ma anche per disperdersi il meno possibile in acqua, così da non essere tossici per l’ecosistema marino.

 

– LE MICROPLASTICHE

Le microplastiche sono particelle solide di plastica che possono raggiungere dimensioni massime inferiori al millimetro. Vengono utilizzate nei prodotti cosmetici come scrub o nel make-up come agenti filmanti, rivestimenti di pigmenti o glitter.

Il problema intorno alle microplastiche è che non possono essere trattenute o filtrate nel trattamento delle acque reflue, e di conseguenza hanno un impatto sulle specie marine: si stima infatti che il 2% delle microplastiche trovate negli oceani di tutto il mondo provenga dal settore cosmetico.

 

Da gennaio 2020 il loro utilizzo è stato sottoposto ad una restrizione: è stata interdetta l’introduzione di microplastiche nei prodotti da risciacquo, ma non negli altri prodotti che le contengono.

Oggi esistono diverse alternative alle microplastiche sul piano formulativo, come ad esempio particelle solide di origine vegetale, quali esteri di jojoba.

 

EFFETTI SULLA PELLE

Queste classi di ingredienti hanno degli effetti anche sulla pelle. Sebbene siano considerate sicure, tuttavia è molto importante ricordare l’importanza del principio di precauzione, ovvero riservarsi di porre certe sostanze nei cosmetici visti i loro quadri ecodermocompatibili non proprio rosei. Ad esempio, l’EDTA potrebbe causare irritazioni cutanee e, se presente nelle formulazioni cosmetiche che possono essere inalate crea una preoccupazione. Le microplastiche, proveniente dall’ambiente ma anche presenti nei cosmetici, possono alterare l’equilibrio del microbiota cutaneo, mentre i filtri UVB, in particolare quelli chimici, possono scatenare reazioni fototossiche e fotoallergiche.

 

 

Per concludere, l’argomento dell’ittiotossicità cosmetica è insidioso e poco trattato. Diverse classi di cosmetici risultano essere tossiche per le specie marine, in concentrazioni e meccanismi d’azione differenti. Se da una parte questi ingredienti svolgono egregiamente le loro funzioni, dall’altra non tengono conto di aspetti fondamentali quali biodegrdabilità e ittiotossicità, quindi potrebbero essere sostituiti con delle alternative molto meno impattanti sull’ecosistema marino.

Sarebbe auspicabile quindi la graduale eliminazione di queste classi di ingredienti con capacità ittiotossica, in favore di una ricerca sempre più improntata a trovare alternative migliori per l’ambiente.

Queste criticità hanno anche nella pelle un bersaglio, a dimostrazione, come sempre SKINECO sottolinea, che quanto fa male alla pelle fa male all’ambiente e viceversa.

 

[1]

 

[1] Downs CA, Kramarsky-Winter E, Segal R, Fauth J, Knutson S, Bronstein O, Ciner FR, Jeger R, Lichtenfeld Y, Woodley CM, Pennington P, Cadenas K, Kushmaro A, Loya Y. Toxicopathological Effects of the Sunscreen UV Filter, Oxybenzone (Benzophenone-3), on Coral Planulae and Cultured Primary Cells and Its Environmental Contamination in Hawaii and the U.S. Virgin Islands. Arch Environ Contam Toxicol. 2016 Feb.

2 Cocci P, Mosconi G, Palermo FA. Organic UV Filters Induce Toll-like-Receptors and Related Signaling Pathways in Peripheral Blood Mononuclear Cells of Juvenile Loggerhead Sea Turtles (Caretta caretta). Animals (Basel). 2022 Feb.

3 https://www.ecobiocontrol.bio/media/1224/confronto-impatto-ambientale-tra-edta-e-glda.pdf

4 Lanigan RS, Yamarik TA. Final report on the safety assessment of EDTA, calcium disodium EDTA, diammonium EDTA, dipotassium EDTA, disodium EDTA, TEA-EDTA, tetrasodium EDTA, tripotassium EDTA, trisodium EDTA, HEDTA, and trisodium HEDTA. Int J Toxicol. 2002;21 Suppl 2:95-142. doi: 10.1080/10915810290096522. PMID: 12396676.

5 Celebi Sözener Z, Cevhertas L, Nadeau K, Akdis M, Akdis CA. Environmental factors in epithelial barrier dysfunction. J Allergy Clin Immunol. 2020 Jun;145(6):1517-1528. doi: 10.1016/j.jaci.2020.04.024. PMID: 32507229.

6 Ludriksone L, Elsner P. Adverse Reactions to Sunscreens. Curr Probl Dermatol. 2021;55:223-235. doi: 10.1159/000517634. Epub 2021 Oct 25. PMID: 34698020.

 

 

 

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