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Come scegliere il solare

03.08.2015.

2015-08-03-senoSì ai filtri solari fisici a base di titanio e di zinco, purché non in forma nano. E sì anche ai prodotti ricchi di olii e cere vegetali. Al bando petrolati e parabeni. Ecco come prendersi cura della pelle inseguendo l’abbronzatura perfetta

Tiziana Moriconi

Mentre siamo alla ricerca della abbronzatura perfetta, non dobbiamo dimenticare la salute della pelle. Ma come riuscire a orientarsi tra lunghe liste di ingredienti incomprensibili? Lo abbiamo chiesto a Pucci Romano, docente di Dermatologia applicata alla Cosmetologia presso l’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Roma, presidente Skineco(Associazione Internazionale di EcoDermatologia) e del Board Scientifico de Il Corpo Ritrovato (Ricerca e studi per l’accudimento dermo-cosmetologico del paziente oncologico).

Prediligere i prodotti con un Inci (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) corto

L’Inci è complicato, è vero, ma può comunque aiutarci a valutare il contenuto di siliconi e parabeni, profumi, coloranti e petrolati. Chi compra può tutelarsi: bastano piccoli accorgimenti per fare la differenza. Il primo consiglio è che se è troppo affollato di ingredienti, è meglio lasciar perdere.

Meglio i filtri solari di tipo fisico che quelli di tipo chimico

“Per i solari è possibile ottenere un’efficace azione filtro dai raggi UV con i filtri fisici, formati da ingredienti minerali come ossido e diossido di titanio e ossido di zinco, a cui siano aggiunti i preziosi olii forniti dalla natura come quello di cocco, lino, argan, jojoba, e il succo di aloe, sostanze per evitare la disidratazione e l’invecchiamento precoce dovuto all’azione dei raggi UV”.

No ai cosmetici con particelle “nano”

Le case cosmetiche hanno l’obbligo di riportare se questi minerali sono presenti in forma nano. Queste particelle sono molto piccole e non può essere escluso il rischio che possano attraversare la pelle. Come precauzione, meglio scegliere i solari con particelle micro.

Prediligere le creme con olii, cere e burri di origine vegetale

Per quanto riguarda la pelle, oggi disponiamo di nuove certezze scientifiche su come è meglio mantenere l’equilibro del film lipidico: non è per seguire “la moda del naturale”: è stato dimostrato che la pelle ha una affinità straordinaria per i grassi vegetali, che hanno effettivamente un’azione ricostitutiva sulla barriera cornea. Sono idratanti e completamente biocompatibili e biodegradabili”.

Dove compaiono all’interno dell’Inci?

Queste sostanze dovrebbero trovarsi abbastanza in alto nell’elenco degli ingredienti: se queste sostanze si trovano nelle prime posizioni, vuol dire che sono presenti in buone percentuali. Se sono in fondo, vuol dire che sono presenti in tracce, e che vengono citati più che altro per marketing.

Attenzione al ‘fai-da-te’ 

Il fai da te nell’esposizione al sole può essere molto pericoloso: numerosi olii essenziali ed estratti sono infatti fotosensibilizzanti e possono causare dolorose scottature. “Naturale” non è automaticamente sinonimo di sicuro e salutare.

Sì ai conservanti, megliose rispettosi dell’ambiente

La presenza di conservanti è importante per garantire l’integrità e la conservazione del prodotto. Il consiglio è di scegliere quelli più rispettosi dell’ambiente, come l’acido citrico e il sodio benzoato,la vitamina E, i tocotrienoli e loro derivati (che sono anche principi attivi).

No ai petrolati e ai parabeni

Nella composizione delle creme solari troviamo spesso sostanze che sono sotto osservazione da parte della comunità scientifica, come i parabeni: queste molecole agiscono come disturbatori endocrini, in grado di interferire con i meccanismi ormonali. Alcuni dati suggeriscono che possano avere un’azione simil-estrogenica sull’organismo umano. Dal punto di vista della salvaguardia dell’ambiente, poi, sono da evitare i derivati del petrolio, non biodegradabili, come l’olio di vasellina o la paraffina liquida.

Alcune aziende cosmetiche produttrici di filtri solari stanno abbracciando il concetto di sostenibilità, adottando il cosiddetto principio di precauzione, che si basa non sulla prova definitiva di tossicità, ma sugli indizi. Sulla base di uno studio dell’Università di Ancona sull’avvelenamento delle barriere coralline, sembra che i composti più pericolosi siano l’ethylhexyl methoxycinnamate, il benzophenone-3, 4-methylbenzylidene camphor e i parabeni.

Sempre più dati ci confermano che ciò che danneggia l’ambiente fa male alla pelle e viceversa. Adottare il principio di precauzione è un primo passo per tutelare il nostro pianeta e l’organo più grande del nostro corpo, la pelle. I filtri solari e gli stick per le labbra vengono applicati sulla pelle estensivamente, più volte al giorno e per periodi prolungati: quindi, al posto dei prodotti con petrolati, sarebbe meglio sceglierne altri che contengano un filtro solare fisico e che esercitino una azione emolliente grazie a cere e olii naturali, come la cera d’api.

Conoscere il fattore di protezione

Sapere esattamente quale sia il fattore di protezione ci permette di dosare correttamente il tempo dii esposizione al sole per proteggerci dal temibile cancro della pelle.

Per il dopo sole

Dopo la spiaggia, è possibile alleviare eventuali arrossamenti con una generosa dose di prodotti a base di aloe, che contiene fattori di crescita cellulari e favorisce la riparazione dei tessuti.

Fonte: D. Repubblica.it

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