Tessuti

Tessuti in dermatologia: tecnici, ipoallergenici ed ecologici

“Il tema ecologico diventa sempre più pressante per dare risposte innovative a problemi che stanno diventando non solo ‘di moda’ ma anche di interesse collettivo. Ben venga quindi un’iniziativa come Skineco, che non solo mi vede come persona interessata ed aderente, ma può stimolare anche curiosità e ricerche di ordine antico e nuovo in dermatologia, che da sempre come specialità ha tenuto un piede nel passato e uno nel futuro, riuscendo a non perdere terapie galeniche e a sposarle con l’innovazione.”  Lucia Brambilla

La consapevolezza ecologica, già da qualche anno, ha colpito anche l’ambito della moda e del tessile. Tanti sono i tessuti “green” sul mercato, ma non tutti risultano completamente ecologici durante tutto il loro ciclo di vita.

Tra i più innovativi tessuti ecologici, ne abbiamo selezionato 5 particolarmente rilevanti per versatilità, resistenza e processi produttivi dei filati a basso impatto ambientale.

  • DERMASILK: Particolare tessuto “terapeutico” (Brevetto Italiano) in pura FIBROINA di seta, microbiologicamente protetta. Ideale per pelli sensibili e reattive , mucose genitali. Proprietà validate da studi clinici pubblicati
  • NEWCELL FIBER: Newcell Fiber è una polpa derivante dalla trasformazione di tessuti ad alto contenuto di cellulosa. Tale polpa può essere reintrodotta nel processo di lavorazione dei filati senza subire trasformazioni che prevedono l’aggiunta di sostanze chimiche.
  • ECONYL: Econyl è un tessuto ecologico derivato dal riciclo del nylon. Il processo produttivo prevede che il nylon proveniente dai tessuti a fine vita (tappeti, abiti, reti, materiali edili) venga separato dagli altri materiali, triturato e inviato allo stabilimento di depolimerizzazione dal quale viene poi inviato ad impianti di produzione dove viene trasformato in Econyl.
  • CORN FIBER: Da particolari lavorazioni dello zucchero rilasciato da mais, amidi e da alcuni legumi, si ottiene un polimero chiamato PLA (acido poliattico) che viene filato ottenendo il Corn Fiber, un materiale ecologico ad alto assorbimento di umidità, traspirante, lucido e con una buona resistenza al calore e ai raggi UV.
  • CANAPA: la pianta di canapa è considerata maggiormente produttiva rispetto al cotone per quanto concerne le fibre tessili. Inoltre, rispetto alla coltivazione del cotone, la coltivazione della canapa richiede un impiego di pesticidi e di fertilizzanti decisamente inferiore. Ricordiamo che il cotone rappresenta una delle coltivazioni con finalità tessili dal maggior impatto ambientale, sia per l’ingente ricorso a pesticidi, sia per quanto concerne l’impiego di risorse idriche.

Qualche approfondimento

Pannolini, tamponi interni e salviette usa e getta possono essere in cotone, ma a tutt’oggi non ci sono studi che ne certificano la sicurezza igienica e citologica.
Sono costituiti da materiali plastici ad azione assorbente (derivati dal petrolio), più tessuti non tessuti, anch’essi di natura sintetica.
Non c’è niente di meno biodegradabile di un pannolino per neonati.
Esiste la possibilità di sostituire il materiale sintetico/plasticoso con sostanze derivate dal mais e dagli zuccheri (amidi), ed estratti dai cereali.
All’interno dei pannolini è possibile inglobare cotone e/o cellulosa, proveniente da coltivazioni controllate (non OGM).
I gel sintetici, a potere assorbente, possono essere sostituiti con gel vegetali (cambiandolo più spesso, si ottengono le stesse performance di un pannolino tradizionale).
Un pannolino così concepito, diventa un prodotto ECOBIODERMOCOMPATIBILE, in quanto è affine alla cute, biodegradabile in discarica e in caso di incenerimento, non produce diossina.

I tessuti naturali, in particolare il cotone certificato, sono da privilegiare per il contatto diretto sulla pelle del bambino.

ecopannolini